Lina Pasca e dintorni…

…perchè la storia siamo noi….

DON DIANA, ASSASSINATO E DIFFAMATO

Mi piacerebbe che oggi uno dei tanti giornali nazionali dedicasse una pagina al testo scritto da don Diana nel lontano ‘91, il cui titolo non è “Per amore della mia donna non tacerò”, ma è “Per amore del mio popolo non tacerò”, dove quello verso un popolo è un amore immenso, decisamente diverso rispetto a quello che si può provare per una donna.


E’ una sorta di amore incondizionato, senza limiti, senza pretese.  Lo stesso amore universale di Gesù Cristo morto su una croce, quale sacrificio per noi. Gesù Cristo è stato, ricordiamolo, il più grande “diffamato” nella storia dell’umanità…

L’amore per una donna ti dà anche, l’amore verso un popolo ti toglie, e al popolo non chiede nulla.

Oggi, però, trovare  su un quotidiano nazionale un ricordo di Don Diana non sarà possibile. Non è di moda, non fa tendenza… E poi cosa vuoi che importi alla gente di un prete ucciso dai Casalesi rispetto a chi ha vinto l’ultimo talent show o a chi appartiene il cuore della velina mora?

Già… Allora ricordiamolo noi.
Alcuni passi del discorso:

“PER AMORE DEL MIO POPOLO”

Siamo preoccupati

Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.

Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere “segno di contraddizione”.

Coscienti che come chiesa “dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che é la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà”.

La Camorra
La Camorra oggi é una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana.

I camorristi impongono con la violenza, armi in pugno, regole inaccettabili: estorsioni che hanno visto le nostre zone diventare sempre più aree sussidiate, assistite senza alcuna autonoma capacità di sviluppo; tangenti al venti per cento e oltre sui lavori edili, che scoraggerebbero l’imprenditore più temerario; traffici illeciti per l’acquisto e lo spaccio delle sostanze stupefacenti il cui uso produce a schiere giovani emarginati, e manovalanza a disposizione delle organizzazioni criminali; scontri tra diverse fazioni che si abbattono come veri flagelli devastatori sulle famiglie delle nostre zone; esempi negativi per tutta la fascia adolescenziale della popolazione, veri e propri laboratori di violenza e del crimine organizzato.
(…)

Vi sembrano parole scritte da un camorrista? O da un “femminajuolo”?
Con questo documento don Diana ha firmato la sua sentenza di condanna.
E’ stato assassinato il 19 marzo 1994. Era nella sacrestia della Chiesa San Nicola di Bari a Casal di Principe mentre si accingeva ad officiare la Messa. I quattro colpi sparati dai due killer non gli hanno dato scampo. E’ morto all’istante.
Wikipedia, nella sua biografia, lo definisce “vittima innocente della camorra”.
Un giornale l’ha definito “camorrista”.
Quando l’ha fatto l’ha ucciso un’altra volta.

Tra poco sarà Pasqua. Chi è cristiano sa che la Pasqua è rinascita, è la rivincita della morte sulla vita.
Sia Pasqua ogni giorno nei nostri cuori, allora. Lì vivano sempre e per sempre Falcone, Borsellino, Dalla Chiesa, Don Diana, carabinieri e poliziotti massacrati per servire lo Stato.

Se sarà così, nessuno potrà permettersi di restare indifferenti di fronte al nostro ricordo.

Questi eroi parleranno per noi…
Oggi Don Diana parla per noi…
Con il loro sangue, con il loro ricordo, con le loro gesta sarà ogni giorno una nuova Pasqua.

Lina Pasca

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